Che non sia l’ultimo verso
Che non sia l’ultimo
verso
questo che ruba
significato al silenzio,
mi basta
anche se racconta
di niente,
se niente è l’anima mia
smarrita
fra il nulla delle certezze
che hanno forma e materia
da toccare misurare idolatrare.
Senza idoli di cartapesta
cercatrice di senso
in cammino
mi imbatto nell’altro
dividendo il pane
amaro,
la polvere del sentiero
impervio.
E il peso si fa
leggero,
se insieme
maneggiamo
con cura
questa Terra,
fragile porcellana fine
in orbita
a rischio di collisione
………………………….
Che non sia l’ultimo
verso
questo che ruba
significato al dolore,
mi basta.
Antonietta Pastorelli
Significazione critica della poesia “Che non sia l’ultimo verso”
di Antonietta Pastorelli
Il suono del dolore è ascoltato, cullato, in un dondolante fra sé e mondo, e distillato dal tempo in lento fluire del verso della Pastorelli. Lo smarrimento dell’identità nella forma, il deliquio del passo di sé nell’alterità, l’abbaglio e la cecità della parola di fronte alla verità e il pericolo di morte stessa sono al contempo la forza medesima della ricerca. L’uomo alla poetessa, come un Atlante, muta il grave silenzio del dolore in cammino di senso condiviso, come mai ultima azione poietica di sé e mondo, inarrestabile.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti