Fragili cose
Di questi attimi
la fragilità caduca d’un petalo
nella retorica teoria del vento
ove l’impatto al mondo
è urgenza d’un abbraccio lenitivo
una curva morbida,
l’ala stanca d’una madre
in cui affondare il viso
nel suono intimo d’una carezza
come d’acqua ch’è piovuta agli occhi.
Nel gioco frastagliato delle nuvole
sfugge il tempo solitario
e a noi non restano che briciole di sole
con cui illudersi d’un eterno vivere.
Franca Donà
Significazione critica della poesia “Fragili cose”
di Franca Donà
La parola delicata della Donà è carezza discensionale, a lenire, a chetare il dolore della fratta presenza dell’uomo, sempre seconda e metafisica: è la vacua, transitoria e illusoria umana condizione segnica, che divide dalla pienezza originaria della vita in comunione al grembo materno, fin dal trauma della nascita, che lacera la continuità d’io e d’altro al mondo. Anche il grembo del sole è negazione e al contempo alimento, così come la coscienza è assenza e insieme rimando alla presenza. È nel movimento delle mancanze, alla ricongiunzione, che la poetessa trova la commozione: il muover comune alla memoria inconscia dell’unità indistinta, che si era, che non si è più.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti