Cogitatio in lumine
S’allunga nel vivido riflesso dei miei occhi
carezza tenue di bianca luce che rischiara
l’onda ed evapora la sera in trasognata veste
con ali soffici nell’eco dei sospiri, guizzi
di falene tra scintille tremule al crepitìo
di un fuoco che divora il tempo, consumato
in agonie d’attese tra le voragini remote
dell’anima silente…
Specchio che riflette il mare, sciabordìo
d’immagini tra i solchi della mente come
lampi di derive in naufragi di memorie
e l’onda di marea che pur ricopre
granelli di polvere e ricordi.
Nel dondolìo dell’onda che ritorna
annegano frammenti di pensieri
sciogliendosi in cristalli trafitti dalla luce,
vaganti sui sentieri liquidi del cosmo.
Flebile s’annega anche il respiro
infinitesimo dell’anima, smarrito
in quell’ultimo confine ove il cielo
si dispiega sopra il mare, ove s’apre
l’infinito negli arcani abissi della mente
ed ove il battito del cuore è solo un’eco,
lontanissima,
nel respiro silenzioso…
delle stelle…
Luigi Antonio Pilo
Significazione critica della poesia “Cogitatio in lumine” di Luigi Antonio Pilo
La parola classica ed elegante del Pilo è fluido, lungo scorrere di trasfigurazioni, madide ricreazioni lunari e seconde della rappresentazione di un essere, che è propriamente assenza e attesa, nostalgico specchio di altro. Pur attraverso il dondolio ritornante della memoria, fra mare e riflesso, fra inconscio e coscienza, il poeta sospinge i sensi al luogo immemoriale della propria origine, al grembo della natura, a trovare l’eco lontanissima di sé all’orizzonte e oltre la morte, all’infinito, alla maternità delle stelle.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti