Critica in semiotica estetica dell’Opera “Al fiume” di Giuseppe Galati
L’umida sinestesia pittorica del Galati cerca l’evento in coinonia al mondo, la verità di una coappartenenza archetipica fra la donna e la natura, risalendo al “come” ineffabile del corpo, che precede il “cosa” degli oggetti del pensiero. È l’husserliano mondo della vita, nell’unità sintetica sostanziale del corpo del mondo vivente, che sfuma l’umida immanenza materica, nel movimento all’inconscio del contenimento primario nel grembo materno e naturale. L’artista cerca l’azione vissuta, non rappresentata, al livello emozionale e tonico corporeo, che precede la logica degli abiti linguistici, all’origine del senso nell’unità armonica.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti