Significazione critica dell’opera “Nudo di donna”
di Cristiana Rinaldi
L’espressione della Rinaldi si libera fra le dimensioni di natura e di cultura, in medias res di una dialettica fra i poli inscindibili di eros e di thanatos, d’amore e di morte. Il desiderio umano costitutivo, di sublimazione rappresentativa della pulsione erotica, come di conoscenza e di socialità, porta in seno stesso la condizione mortifera della stasi nella forma di sapere condivisa, nella morsa dell’articolazione cosciente, nella prigionia del ruolo sociale, dell’abitudine all’apparenza. L’artista ricorda il soggiacere igneo della libertà, la via per la rottura dell’identità e per l’apertura alla differenza: la via dionisiaca d’uscita dal sé sociale, dal nome, per riattingere alla matrice vitale, a fondamento del sempre nuovo possibile di sé.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti