Significazione critica dell’opera “Rigoletto” di Alessandro Battistini
Tutto teso è il desiderio del Battistini a ricercare la palpabilità della più impalpabile delle arti, la musica e sue mani ispirate sanno trovare nel legno gli echi finissimi delle risonanze del grembo di un violino. L’archetto lineare del cosciente, archetipo del maschile, che serba il filo d’Arianna del viaggio inconscio, non può che solo avere sfiorata tangenza dei ritrosi e difficilmente aguzzi fianchi della musica, che alle sue lusinghe conoscitive si nega. Ma più intensamente il Battistini sa accendere la donna sospirata della luce dei suoi sensi d’artista, perché ella si conceda per mezzo della chiave della sinestesia. Così ecco che la lignea pelle apre al narrato ineffabile del vissuto d’infinito, sussurrato nel brivido roteante della figurazione archetipica che emerge dall’intreccio delle chiavi di basso, destino in eterno ritorno, in qualità di essere e diveniente supporto di ogni esistere.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti
Alessandro BattistiniRedazione2014-10-06T22:38:22+02:00