Significazione critica dell’opera “I clandestini”
di Ofelio Eufemio Federici
I tratti taglienti e futuristici del Federici accelerano emotivamente la rappresentazione della violenza sociale sull’identità, letteralmente e pittoricamente clandestina, “nascosta al giorno” dello sguardo della coscienza, che vale l’impossibile inclusione dell’estraneo nelle architetture del senso pubblicamente condiviso. Il tempo, sospeso e infranto fra la maschera e l’urlo, consegna la cruda verità dell’emarginazione: la negazione del movimento individuativo della dialettica di essere ed esistere.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti