Le nuvole appese al vento
Mi racconto ancora le storie
delle nuvole appese al vento
mentre lo sbadigliare della luna
raduna un gregge di stelle
Scendo dalle nuvole
appese al vento
nascondendomi nelle rondini
e nel silenzio dei giorni
Avrei da raccontare altre storie
le storie delle parole
che non trovo nei fiori
Le storie della sabbia bianca
Quei posti nascosti da un tempo
che non ricordo
Mi accorgo delle ombre
sedute dentro le proprie domande
con una stagione di miele
e calzoni corti camminare.
Gianluca Regondi
Significazione critica della poesia “Le nuvole appese al vento”
di Gianluca Regondi
L’elementarità dei versi del Regondi è volta al ricongiungimento con le sostanze semplici e unitarie della natura. Il senso è domanda e l’identità è affermazione mai ultima. All’uomo non corrisponde il mondo, l’uomo è dialettica asintotica di opposti. La verità del poeta, ben lontana dal discorso apofantico, che distingue il vero dal falso, è compresenza di rivelazione e di occultamento, è gadameriana eccedenza dell’umano, che si trova andando, in certo modo, al di là di noi stessi. Eppure la poesia sa dissolvere la condizione segnica nembosa dell’umano e ritrovare l’originaria e immemoriale rispondenza di uomo e mondo nella vicinanza al silenzio, che il poeta disvela propria e speciale dell’infanzia.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti