Abiti qui
Strappi di frasi cucite al sole
di una giornata di primavera
giù nel giardino ad amare le rose
respiri l’aria di una canzone.
Trapianta l’erba, profuma di terra
la mano tua sepolta nel prato.
Fragile sei, un ciliegio di vetro
fiorito a grappi di malinconia.
Abiti qui già da che ne ho memoria,
ripunteggiato di barba malfatta
nel pozzo a colori della mia mente
solletica gli occhi il tuo viso brunito.
Qui, sai, nessuno ti giudicherà,
qui nel mio sogno sei sempre al sicuro,
qui dentro il tempo non ha molto senso
e quando ne hai voglia, passa di qua.
Passa di qua a potare quei rami
dai miei lamenti da ragazzino,
ch’io sia così come le tue rose
che ti somigliano in questo giardino.
A te che non sei, ma ci sei più di tutti:
non te ne andare, resta con me.
Resta con me a rimirare la sera,
siedi con me in quel giocoso brillio,
fai che finisca la tua primavera
allora, di nuovo, potrai dirmi addio.
Ellis Bottazzo


Significazione critica della poesia “Abiti qui” di Ellis Bottazzo
Il verso sensibilissimo e musicale del Bottazzo vive di freschezza e spontaneità semplice, insieme timido e vigoroso, è capace di ascoltare la voce del sole, di acquerellare impressioni e silenzi, colori e calori, di vivere la sensorialità dei luoghi affettivi gestanti, che abbracciano, che curano, che crescono. La percezione del poeta è estesa e continua, a fondere uomo e natura, a creare un ricetto atemporale e al di là del bene e del male, un transizionale spazio immaginifico, fra sé e non sé, che restituisca senso e casa alla solitudine quotidiana del tempo.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti