Finestra aperta sul cuore
Come le radici intorno
a questo fascio di arbusti che circonda i miei passi,
lascio in ogni luogo… che fu tuo
un petalo, un ramo profumato,
amara finestra di te…
Rumoroso scorrere del tempo:
guardalo, potenza immane manifesta,
come fonte d’acqua pura,
di lacrime color smeraldo… dolcissime.
Ora mi alzo e raccolgo ogni foglia d’autunno,
ogni frutto maturo e ogni ruvido sasso,
son parti di un mondo,
frammenti sbiaditi
da tener tanto vivi ogni giorno.
E semmai ne perdessi qualcuno
paura non sento e ancor tendo la mano,
poiché d’ogni attimo e sereno momento,
un’ombra sfuggente, un pallido viso per sempre
…esisterà in me.
Ma nel silenzio, già un fruscio
d’ogni tuo bacio cresce…
così attendo affacciato
su quello che è stato
luminosa mia pioggia
che inonda il cuore.
Valerio Calabrò


Significazione critica della poesia “Finestra aperta sul cuore” di Valerio Calabrò
La musicalità della parola del Calabrò canta il potere assoluto dell’amore perduto, che ogni cosa del mondo rende occasione, soglia d’ingresso al sentire interiore, poiché all’ombra di un unico senso di vita, riposto nell’amata, ogni cosa del mondo è segno stagliato, che rinvia infinitamente all’oggetto d’amore. Lo scorrere temporale non è allora che un flusso di lacrime amorose a colmare lo iato al dolore: a legare ogni apparenza presente di “frammenti sbiaditi” al passato, a ridestare ogni cosa, la cui rinnovata e retroflessa tensione rende il perduto sempre possibile ancora, eternato al cuore.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti