Critica in semiotica estetica dell’Opera “Donna” di Alberto Mesiano
La figurazione lignea del Mesiano è monito alla degenerata visione culturale e sociale di omologazione dell’identità al mero ruolo di maschera. La tendenza identitaria schizoparanoide antecede il giudizio di attribuzione al giudizio di esistenza, così l’uomo vive la differenza della donna, non nella sua continuità di soggetto, ma come oggetto, diviso fra seno buono e seno cattivo. Su questo schermo di maschera è rivolta l’aggressività della pulsione, che insegue il bisogno narcisistico di piacere e la sua immediata soddisfazione, in atti irrapresentabili alla coscienza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti