Critica in semiotica estetica dell’Opera “I colori della primavera” di Giovanna Inzadi
Il piano metafisico delle campiture formali della Inzadi non è pura astrazione logica, poiché la vita diretta e sensoriale dell’azione non è esclusa dalla forma, è anzi vibrazione aerea e cromatica, che sottende la melodia fenomenologica. Il corpo partecipa dell’archetipo elementare aereo e si apre alla continuità al corpo del mondo, lungo le linee di forza della crescita primaverile, perché ogni cosa sia un vissuto, una stagione emotiva.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti