Critica in semiotica estetica dell’Opera “Immerso, tra la Terra e il Cielo” di Rosa Marasco
I volumi pittorici della Marasco stagliano la netta presenza della figura materica, definita, ponderata. Eppure lo status quo della realtà materiale artisticamente si trasfigura, liberata dal peso corporeo nell’idealizzazione dell’estasi. La terra del corpo è innalzata allo spirito aereo, alla luce del cielo, per mezzo dell’elemento acqueo, muto alveo di morte e di rinascita. L’artista conduce da un primo stadio di poiesis, di creazione segnica, a un secondo stadio di ekstasis, per la libertà dal dato di presenza, per l’istantanea perdita di sé, nel superamento dei propri confini. È il gioco ciclico individuativo, nell’alternanza del perdersi e del ritrovarsi, che rende l’uomo ogni istante fanciullo di se stesso, a ricominciarsi.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti