Er busilli de l’incontrario
Come Giano, du’ facce e ‘na capoccia,
ciavemo drento er Bene e puro er Male,
‘sta legge, ch’è pe tutti universale,
ce fa cresce er busilli ne la boccia.
L’incontrario te scopre quer che vale:
nun godi er frutto si nun c’è la coccia,
nun cerchi pace si nun c’è chi scoccia,
la notte more quanno er giorno sale.
Così a ‘sto monno p’apprezzà l’Amore,
che governa ‘sta favola infinita,
l’omo nun pò fà a meno der dolore.
Senza er pianto che scenne su la pelle
nun t’accorgi der dono ch’è ‘sta vita:
ce vò lo scuro pe vedé le stelle.
Luciano Gentiletti
L’enigma degli opposti
Come Giano, che ha due facce ed una testa, / dentro ognuno di noi alberga il Bene ed il Male, /
questa legge universale, / è un enigma che ci accompagna costantemente. /
Abbiamo bisogno del contrario per comprendere quello che vale:/ gustiamo un frutto quando lo estrapoliamo da quello che lo ricopre, /
cerchiamo la tranquillità perché esiste chi disturba. / la notte svanisce quando sorge il giorno./
Nel mondo per apprezzare l’Amore, / che governa questa favola infinita, /
l’uomo non può fare a meno del dolore. /
Solo dopo aver patito una sofferenza / ci accorgiamo di quello che abbiamo: /
occorre il buio per poter vedere le stelle. /
Luciano Gentiletti
Critica in semiotica estetica della Poesia “Er busilli de l’incontrario” di Luciano Gentiletti
La phrònesis, la saggezza pratica della parola viva, concreta, orale e vernacolare del Gentiletti, offre il sapore incarnato del mondo della vita in uno spaccato emozionale e dinamico. È occorrenza paradigmatica che precede, che dà senso e che avvalora l’astrazione logica: la visione filosofica del divenire dialettico degli opposti, per l’individuazione identitaria.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti