Notte
Del lacero velo
la notte
m’adorna
D’abisso profondo
di stelle
mai nate
Di luna
al suo pallore
al guardo mio
Stupisce
Daniela Cicognini
Critica in Semiotica Estetica della Poesia “Notte”
di Daniela Cicognini
Orlata di profondo silenzio, la parola inarcata della Cicognini è un descensus melodico del desiderio sublimato al piacere nudo e diretto, alla dimensione inconscia del possibile infinito, all’immemoriale appartenenza essente ad una cosmogonia ontogenetica, che precede l’identità, il nome e la scelta. Profonda fino a “stupire” con se stessa la notte al viso della luna, che vale letteralmente a ‘fermare’ e a ‘colpire’ nell’afferramento fuggevole, che trafuga la bellezza dell’arte all’essenza ineffabile della vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti