In fondo alla fila
Per ultima in fila
era una figura.
Quasi una disattenzione
Donna lo era stata forse
un tempo
adesso era solo un grumo
di sguardi
una parola strozzata
in gola.
Ultima in fila: come lì fosse nata
– al bando
– nessuna maiuscola per lei
– né un accento
– né un segno di interpunzione
– nessuna congiunzione
– nessun interrogativo
– nessuna risposta
Solo un errore
in fondo alla fila
un errore dai mezzi occhi di brace
una metafora sbagliata.
Vento fermo tagliato
dal desiderio
Una crasi
Lucia Triolo
Critica in Semiotica Estetica della Poesia “In fondo alla fila”
di Lucia Triolo
La verticalità della parola dedicata della Triolo accorre all’identità di una donna, ricacciata con violenza entro un’involuzione filogenetica, alla fissità e al mutismo dello stato minerale e inorganico di morte, che disattende, che più non volge l’animo in direzione, al desiderio. Una verità in errore, che di sé solo serba una scintilla ignea e sanguigna: il dolore di chi è in esilio da se stessa, da un nome, da un riconoscimento, dall’espressione e da una continuità di istanti e di senso, ridotta ad una dimensione oggettuale, a mero luogo di scissione alienante, di introiezione e di proiezione, contaminato dalle pulsioni invasive dell’altro.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti