Critica in semiotica estetica dell’Opera “Le modelle, sostegno affettivo” di Adriano Mencini
Sui desolati piani metafisici del pensiero umano, l’arte simbolica del Mencini apre lo spazio transizionale e inesauribile dell’immaginazione libera. Dell’artista è la ricerca dell’occasione d’investimento psicoaffettivo del luogo di ricetto, infinitamente fecondato dalla proiezione esondante dei sogni nostalgici di una pienezza perduta. È l’obliqua tensione alla memoria dell’immemoriale riguardo femminile e materno, finanche all’occhio le cui lacrime mai dissecchino la verità dell’essere al vacuo deserto della rappresentazione: è lo sguardo del grembo elementare acqueo, in qualità di primo e ineguagliabile contenimento archetipico, unico a restituire la propriocezione di un’infinità.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti