Critica in semiotica estetica dell’Opera “New York” di Patrick Pioppi
Anche nello stato di confinamento all’infinitesimale della casualità di una mera presenza, che la metropoli impone, gli oli ignei del Pioppi sanno scorgere l’occasione e il varco universale all’elemento acqueo, a supporto del luogo franco dell’immaginazione. È il grembo naturale dell’acqua piovana che attende la fecondazione dell’elemento opposto del fuoco. E l’inattesa individuazione all’athanòr della strada trasforma il movimento di caduta nullificante, in improvvisa anagogica elevazione essente, a trovare l’immortalità verticale dell’orizzonte corrente.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti