Estate
L’accecante estate breccia
nell’inverno di rosso asfalto
e invano cerca di corrompere
le lacrime con gocce di falso sudore
Solcano passi incerti, di noi
che sentiamo vividi i ricordi
un sorriso l’orgoglio il coraggio
ma come l’ultimo giaciglio
è grigio e freddo l’apparire.
L’abbacinante estate illude
le ombre, le seduce colla brezza
col gracidare nell’agreste meriggio
svaniscono poi nel sogno di una notte
Implodono il sole e gli inganni
e come bambole senz’occhi
vaghiamo nel buio illuso di stelle.
Mondo che più non appartiene.
Franco Conte


Critica in semiotica estetica della Poesia “Estate” di Franco Conte
Dolorosa, la parola del Conte denuncia l’uomo che vive per avere il mondo e narra dell’inverno del mondo, inconscio dell’uomo, che rovescia i coscienti e illusori artifici di luce, a ristabilire una principiante incertezza. L’estate è la stagione che savia giunge a maturata coscienza e l’uomo dell’oggi non ha estate, resta ancora figlio acerbo dell’algido inverno, tardi a comprendere di non dover avere, di dover essere il mondo.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti