strade
Il raggio che la guglia interrompe,
la breve ombra della nube:
è il tuo stupore questa memoria viva
che cresce e sopra i muri con amore furente
s’avventa lieve e taglia
piazze e strade e canali, avvinghiata
a una spirale
fragile, a una voce
trasparente, ah come si riflette
il suo canto d’argento nel sole
come si volge e di sé copre ed ammanta
ogni parola cessata, ogni porzione di tempo:
queste preghiere
passano accanto al destino e lo delimitano.
Alzati dunque anche tu
senti come è leggero il cielo quando le nostre braccia lo attraversano.
Vincenzo Ricciardi
Critica in semiotica estetica della Poesia “strade” di Vincenzo Ricciardi
Continua, la parola del Ricciardi è il movimento archetipico, che abita e sposa il molteplice divenire formale e alimenta la meraviglia dell’uomo. Allora le strade si fanno raggi e memorie e voci e vento e senso oltre le parole e tempo oltre il tempo e preghiere d’eternità. È la sinestesia che vince ogni restrizione di spazio in amanti braccia tese, al moto irrefrenabile della poesia, che sconvolge anche l’immobile fermezza legiferate del destino.
Presidente Fondatrice
Prof.ssa Fulvia Minetti