Critica in semiotica estetica dell’Opera “Mater Divinae Gratiae” di Luigino Vador
La verticalità gentile della scultura del Vador segue la melodica voluta del manto mariano, che, come musica, intercede per l’umanità, precorre la richiesta umana e la parola divina, cura le sofferenze dei suoi figli e s’incarna nelle linee di forza del simbolo vescovile del pastorale, a guidare la mano tesa ai fedeli del vicario di Cristo, perché il pastore con il vincastro sproni la pigrizia dello spirito, conduca le debolezze del vizio sulla retta via e raduni a sé con l’accoglienza della punta arcuata chi smarrisca nel peccato, a rifulgere dell’aurea luce salvifica della grazia divina.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti