Lampedusa, se un giorno
(disfatta delle coscienze)
Quando
nelle notti avare di luna
il fragore del vento scuoterà la tua porta
e aspro sembrerà il rumore della pioggia
ascolta,
è l’invocazione disperata di mille anime.
Quando
un mare sgomento e lacerato dall’indignazione
con collera scaglierà le sue acque
sulla scogliera dell’egoismo e dei privilegi
ascolta,
è un grido di vendetta per mille innocenti vite negate.
Quando vedrai i cieli bruciare,
tracciando le stelle di rosso vermiglio
un vento remoto, porterà echi di agonia,
e il ripugnante odore della paura,
allora sarà scaduto il tuo tempo.
Corrado Avallone
Significazione critica della poesia “Lampedusa, se un giorno” di Corrado Avallone
Di denuncia e monito la fenomenologia dei versi profondi di Avallone alla roccaforte delle certezze calcaree identitarie del cosciente: trema il cogito cartesiano autofondante. L’occidente ha lungamente rimosso l’alterità, la differenza, nell’emarginazione, per la schizoparanoide difesa della casa autogarante dell’io scisso, di pensiero nevrotico. Ora le “vite negate” di Lampedusa riaprono “la porta” chiusa dell’identità alle “acque” dell’inconscio, dell’altro, a smascherare un io fatto del solo “ripugnante odore della paura”, paura del freudiano “non esser più padrone in casa propria”, che segna il tempo che la coscienza si riapra all’inconscio, al diverso, per rinascere mutualmente al divenire dell’incontro.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti