Il bene mio più caro
(Elegia del tempo)
Non ti ho mai dato troppo peso
e ancora indugio, ad ogni passo,
perché non c’è misura
nel viverti davvero…
La mia, con te, è una scommessa aperta
giocata sulla pelle lacerata dagli eccessi
del non saperti viver come semplice scadenza.
Così ti ho colto al volo, in parole d’inverno e sorsi d’estate,
e ho imparato ad aspettare
promesse di neve e frammenti di noi.
La tua, con me, una partita senza pari,
contesa tra le stelle che mi guidano, all’impasse
del non saperti scegliere per quel che mi conviene.
Così ti ho perso…io, distrattamente acerbo ed ostinato
e mi hai preso tu, la mano, per far di me sestante,
voce d’estro e d’armonia.
Memoria e oblio del nostro viaggio,
sei l’onda che si infrange, la musica del cuore,
l’effimero e l’indomito di un sogno da inseguire,
la via della saggezza, il rimedio e la ferita
e il tramonto sulla vetta, all’orizzonte, in libertà.
Sei l’abbraccio che mi manca, come il bacio, e quel ‘ti amo’
che negli anni si dimentica, tra i segni del cuscino.
La mia pagina bianca, nunzio di speranza,
e al passo tuo – del non ritorno – il bene mio più caro,
che sfuma nell’inganno di lasciarsi trattenere.
Me lo hai insegnato tu, ad amare le persone, e averne cura
ma l’ho imparato anch’io, dall’entusiasmo e la paura,
che sei caduta libera, e il respiro che si ferma,
l’ossigeno per l’anima e l’inchiostro di ogni età.
Delizia e croce, dei nostri dilemmi,
sei polvere di luce, e l’infinito di una goccia
che non basta mai
…come nei sogni.
Alessandro Inghilterra
Critica in semiotica estetica della Poesia “Il bene mio più caro” di Alessandro Inghilterra
Con vereconda nostalgia, la parola dell’Inghilterra riverisce il tempo riconoscendo la paradossale fenomenologia dell’uomo, che, iscritto nella parola, è propriamente la musica del ritmo che cerca l’armonia fra vita diretta e vita riflessa in epoché, fra Mnemosyne, memoria del ritorno a un’origine e Chronos che ordina, dispiega e mostra. Tornare indietro per procedere è il cammino iniziato del poeta: Chronos racconta ciò che Mnemosyne coglie abissalmente, senza tempo, collezionando frammenti d’infinito. Unico modo di vita, proprio della natura umana, è il tempo. Il presente è sguardo, che arriva ogni volta col suo passato da riscrivere, ad anteflettere futuro.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti