Al balcone di gerani rossi
Al balcone di gerani rossi
le gambe dorate dal primo sole
tra i vuoti della ringhiera verde smeraldo
i seni gravidi di giovinezza
nella veste leggera e generosa
t’offrivo me stessa senza sfiorarti.
Inconsapevole vestale di una divinità
a me sconosciuta
m’aggiravo nei tuoi sentieri
giovane amor mio
e turbavo i tuoi giorni
a cui t’affacciavi sperando
che la pelle mia
imperlata di sudore
e d’emozione innocente
diventasse seta su cui scivolare
vascello da guidare tra il piacere
terra umida di falda
da solcare senza fretta
le carezze tue come vomere
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Ma il cielo rosso di giugno
ogni sera
ti sorprendeva
aggrappato a quel sogno
sotto il balcone di gerani rossi
a respirare il profumo di Lei.
Antonietta Pastorelli
Critica in semiotica estetica della Poesia “Al balcone di gerani rossi” di Antonietta Pastorelli
Custode delle essenze dei quattro elementi, la parola della Pastorelli crea un luogo d’equilibrio fra il vissuto diretto sensoriale e la trasfigurazione immaginativa e sublimante del sentimento di passione. Il geranio rosso, fuoco vigile di una giovane illibatezza, declina il piacere diretto del corpo nel segno aereo del profumo, nell’atto transferale al ricetto marino e terreno, che rimanda il piacere nel desiderio acceso. È un’eternazione dell’oggetto d’amore, così vivamente serbato nell’equilibrio armonico di un’immanenza a trascendersi.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti