Una poesia povera
Ma è ancora un giorno il tuo ricordo.
Il dilavarsi dell’ombra sopra i muri
questo tornare
nel desiderio di un pensiero.
E potevi accadere
in un giorno di pioggia, una sola goccia
una nota gentile
per la mia destinazione.
Ti lascio
questa mia poesia, povera di voce
mentre lo sguardo resta in sottrazione
tra i roseti e la palude.
Ti ascolto
con gli occhi che disegnano parole
nell’aria di Settembre.
C’è nebbia, un canto e tu
che te ne vai tornando.
Nunzio Buono
Critica in semiotica estetica della Poesia “Una poesia povera” di Nunzio Buono
Si fa “povera” la parola del Buono, poiché figura una mancante e mendica Penia, in connubio alla ricchezza sinestesica di Poros, a gestare Amore, congiunzione degli opposti, che in un giorno vive, muore e rinasce. L’eros è spoglio, è sottrazione della riflessione e inquietudine del desiderio, fra la nebbia della coscienza e il canto dell’inconscio è struggimento di una presente assenza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti