Critica in semiotica estetica dell’Opera “Caducità” di Claudio Limiti
Il simbolismo fotografico del Limiti rimanda alla malinconia della fugacità effimera, alla floreale fragilità caduca della vita, che si esprime in un unico giro di danza, un ciclo diurno di rotazione, finché i segni esistenziali non vengono cancellati dall’ombra notturna, dall’onda ineluttabile ed equorea dell’inconscio, che risucchia indietro all’informe, come uroboro mordace, al grembo comune e universale, per altra riva breve di coscienza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti