Critica in semiotica estetica dell’Opera “Crocefisso ad una rosa” di Roberto Morreale
L’accoglienza della forma nel bacino glaciale è per il Morreale lo sguardo latore del mondo. L’algida ardenza del ghiaccio dipinto è la sintesi degli opposti di coscienza ed inconscio: l’uomo è in esilio da se stesso nel segno dell’io, è movimento cristico sacrificale, pegno per l’oggetto di vita eterna della verità. Crocifisso dal suo amore stesso, è trasmutazione dell’ombra in luce sapienziale, nella comunione cosmica che eleva l’uomo ad imago dei. La croce è incontro di materialità e di spiritualità: una rosa figura la soglia dischiusa del cuore, è il senso profondo e archetipico che sboccia nella coscienza spirituale. L’uomo è figlio di un sapere fremente, che rinasce dal cuore, a trovare la sua realizzazione nell’unità della totalità.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti