Nei mari della fantasia
Ci sono due realtà.
La prima è quella che conosciamo
o quella che pensiamo di conoscere.
L’altra, sebbene abbia una negazione davanti,
è questa la verità.
Insieme nei mari della fantasia abbiamo viaggiato
con una sirena sull’albero
e nella nostra veste di vela il respiro del sole.
E un uovo d’alba rosa
insieme abbiamo contato le onde
con il canto dell’insodisfatto sulle nostre labbra.
Abbiamo levato le ancore dell’inutile
lasciando nel fondo l’impossibile “sempre”.
Abbiamo parlato di girasoli e di terre lontane,
sussurato con timidezza
la certezza del nostro cuore.
E quando il cielo sognava
di dormire con l’onda sull’ala del gabbiano,
il sogno in segreto è svanito
e l’assenza divenne presenza.
La prima tace nella sua vanità,
immortale nella sua mortalità,
cos’illusa e così sola.
Miserabile, veramente, nella sua assenza.
Στα πέλαγα της φαντασίας
Υπάρχουν δυο πραγματικότητες.
Η πρώτη είναι αυτή που γνωρίζουμε,
ή αυτή που νομίζουμε πως γνωρίζουμε.
Η άλλη όμως, αν και έχει μια άρνηση μπροστά,
είναι αυτή η αληθινή πραγματικότητα.
Μαζί της στα πέλαγα της φαντασίας αρμενίσαμε
με μια γοργόνα στο κατάρτι
και στο πανί μας την ανάσα του ήλιου.
Και μια ροδόχρωμη αυγούλα
μαζί μετρήσαμε τα κύματα
με το τραγούδι του ανεκπλήρωτου στα χείλη μας.
Την άγκυρα του ανώφελου εκείνη σήκωσε
αφήνοντας στον πάτο βαθιά το ανέφικτο «πάντα».
Μιλήσαμε για ηλιοτρόπια και πολιτείες μακρινές
και ψιθυρίσαμε δειλά τη βεβαιότητα της καρδιάς μας.
Κι όταν ο ουρανός τη θάλασσα ονειρεύτηκε
να την κοιμίσει στο φτερό του γλάρου,
τότε το όνειρο μυστικά ξεθώριασε
κι η απουσία γίνηκε μεμιάς παρουσία.
Στέκει βουβή η πρώτη μέσα στην ματαιοδοξία της,
αθάνατη μέσα στη θνητότητά της,
τόσο γελασμένη και τόσο μόνη.
Άξια λύπης, αλήθεια, μέσα στην ανυπαρξία της.
Afroditi Mermiga-Vlachaki
Critica in semiotica estetica della Poesia “Nei mari della fantasia-Στα πέλαγα της φαντασίας” di Afroditi Mermiga-Vlachaki
Filosofica, sensoriale e narrante al contempo, la parola della Mermiga-Vlachaki è riflessione e descensus immaginativo che avvalora il luogo del non essere, rimosso e rinnegato, quale fonte del movimento di verità, che conduce alla presenza perduta. La poetessa ricuce sé e mondo, la pluralità all’unità, in una ierogamia elementare di opposti, in una trasmutazione cosmica e interiore di rinascita, oltre l’apparenza. Il viaggio supera la menzogna della certezza, la solitudine della coscienza e il rimando che abita l’assenza costitutiva, a riaprire l’immutabilità metafisica alla sensuosa libertà attiva di un divenire essente.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti