Gente sola

Inverni impossibili da passare
La gente barricata in casa,
scioglie le chiavi
delle proprie porte
e ne fa catene
Da sola le trascina
da una stanza all’altra
e nel silenzio, il proprio
passo solitario, ascolta
Di rado, qualcuno esce
lasciando qualch’altro a spiare
dalle finestre o dal serraglio
Semmai, una visita li possa liberare
dalle loro prigioni di gente voluta
Sola.

Gianfranco Rossodivita


Critica in semiotica estetica della Poesia “Gente sola” di Gianfranco Rossodivita

Continua e legata, la parola del Rossodivita inscena l’irreversibilità della solitudine della senescenza, dell’io che manca di propriocezione esistenziale, di confine fisico, della definizione di una parola, di un ritmo di realtà, a catarsi dell’agone immaginante. In penombra inconscia e unitaria, la senettute è un luogo d’indistinzione, aggrappata al solo suono del proprio passo sul pavimento, unica prova di concretezza di un volto in tramonto, che più non nasce al riguardo di uno sguardo, nell’abbraccio mutuale di un riconoscimento, che vive rimosso e rinnegato nella prigionia altra e fatale della notte.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti