Critica in semiotica estetica dell’Opera “L’essenziale” di Patrizia D’Andrea
L’emozione pittorica in propriocezione estesa della D’Andrea è abbraccio essente di mondo dell’infante, che precede la formazione identitaria. L’essere prenatale non possiede una dimensione altra oggettuale, nel vissuto primario inconscio di una soggettività completa. Il trauma della nascita invita all’esperienza oggettuale di mondo, nella difficile costruzione dei confini psicofisici. Il gioco, tuttavia, media il passaggio: apre l’ingresso del bambino allo spazio transizionale degli oggetti autoinvestiti, fra il sé e il non sé d’appartenenza alla realtà esterna, per il viaggio progressivo immaginante dal principio di piacere al principio di realtà.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti