Critica in semiotica estetica dell’Opera “Rupestre” di Anna Divan
La rocciosità epidermica della Divan è partecipazione sinestesica alle testimonianze ancestrali di vita, accolte dal grembo della terra, ove il rupestre è letteralmente ciò che rompe, ciò che svela il segreto unitario. L’artista così invita alla continuità fra luogo umano e materia madre, propria di un tempo originario, per udire l’inaudita risposta profonda di una coessenzialità essente, fra ontogenesi, filogenesi e cosmogenesi, nell’armonia perduta di una verità unica e collettiva.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti