Critica in semiotica estetica dell’Opera “Fire wind” di Daria Ripandelli
La resina della Ripandelli rivela la forza del legame profondo, che unisce gli elementi naturali al movimento archetipico di senso. L’artista coglie l’istante di metamorfosi dall’aria al fuoco, quando il pensiero accende, in divenire rapido, ascensionale, immaginativo, volto in apice al rubro roteante, che nell’uomo è l’enfasi del crescendo di energia, in velocità, in vertigine e in meraviglia. È la hybris, la superba naturale eccedenza che tende all’infinito: l’ebbrezza del sentimento umano di onnipotenza, che sfocia la poiesis in ekstasis. È il rituale del furto prometeico del fuoco, dell’ignea verità lampante del sentire: un’interiezione, che solleva l’essere per identificazione alla deità.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti