Critica in semiotica estetica dell’Opera “Torso (nero)” di Donato Musto
L’acquatinta e acquaforte su rame con stampa in nero del Musto è visione del corpo umano in qualità di luogo di trasformazione alchemica, poiché il microcosmo del corpo è indissolubilmente legato al macrocosmo dell’universo. I quattro elementi e le stagioni sono connessi ai quattro umori, ai temperamenti, alle età dell’uomo. Il crogiolo uterino, o caverna cosmica, aperto nel torso dell’artista è volto alla crescita del lapis, come allo sviluppo embrionale nel grembo materno. È il ritorno alla matrice della vita, alla nerezza dell’indistinzione originaria dell’alchimista, che affronta il cammino individuativo della gestazione di Sé, che partecipa del mistero stesso della creazione divina.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti