Critica in semiotica estetica dell’Opera “Ciò che ci unisce e ciò che incatena” di Isabella Angelini
Il viaggio onirico della Angelini sospinge l’ontogenesi nel valore di una ricapitolazione filogenetica e di un legame armonico di cosmogenesi. L’artista chiama la specie umana a liberarsi dal tempo lineare e ad aprirsi ad uno stadio di conoscenza superiore, che comprenda e che accolga le immagini originarie e metaindividuali nella rinascita in ogni uomo. È esortazione alla provenienza dall’ombra materiale comune e al fiorire spirituale, percorrendo il cammino individuativo di sintesi alchemica a nuova consapevolezza, perché ognuno operi alla presentificazione di una verità universale.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti