Critica in semiotica estetica dell’Opera “Sospesi nel tempo” di Marzia Giacobbe
Nubi iridate di fantasia nel cielo, o terre emerse in apparizione dagli oceani, o maschere a dipingere il volto dell’essere, o parole di un sentire ineffabile, le sospensioni cromatiche della Giacobbe figurano musicalmente il presente dell’uomo. È un ritmico levare, un tempo debole in movimento ascendente, a rappresentazione del battere della volontà eterna e instante della vita, che è la provenienza e la destinazione alla verità di ogni intensa e caduca definizione e figura.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti