Critica in semiotica estetica dell’Opera “Niente e Tutto” di Sibilla Fanciulli
Il dualismo fotografico della Fanciulli rappresenta gli opposti. Al cielo è la condizione nembosa e segnica dell’uomo, di costitutiva impossibilità della visione di un oggetto totale, di nullificazione sartriana della coscienza che, in relazione alla cosa, pone la cosa assentandola. Alla terra è l’oggetto in sé, nella sua pienezza fertile d’inesauribili possibilità a fiorire. Eppure, i luoghi antitetici l’artista lega al senso, nella condizione mediana fra niente e tutto, come abbraccio eternamente ritornante e in movimento infinito, per superamento della distinzione all’unità, a trovare, dell’umana verità in errore, il valore stesso della vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti