Fugge la sera
Avanza la sera
nell’androne occultato
dalla giornata di pietra.
Sulla valle
aleggian gli uccelli
e germoglia il grano
nel rosso d’un giorno maturo
sotto un cielo morente.
Colgo il vento nelle mani
che sa d’ali di fringuello,
ardenti ceppi
e dormienti mughetti.
Sulla valle
di polvere i sentieri
cespugli ingialliti
volano i falchi
in cerca di serpi.
Le mani mi vibrano
come ali di farfalla.
Or fugge la sera
con l’errante cornacchia
che gracchia noiosa
sul ramo seccato
d’un olmo stravecchio.
Luciano Postogna
Critica in semiotica estetica della Poesia “Fugge la sera” di Luciano Postogna
Sensoriale e allitterante, la parola del Postogna canta della brevità della vita, che ne accresce sensibilmente il senso e il valore. Le mani del poeta come ali di farfalla sono a cogliere la sintesi degli opposti del divenire fuggente, che non integrano se non nell’olmo, che dal sanscrito brucia, a seccare il divenire all’essere.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti