Critica in semiotica estetica dell’Opera “The Archetype” di Roberto Bocchini
La texture fotografica e digitale del Bocchini esprime l’impossibilità della visione originaria dell’archetipo. Secondo il mito orfico, Dioniso fanciullo si specchia e scorge i titani alle sue spalle in essi vedendo effettivamente di sé, questo vissuto alienante sconcerta il dio, che infrange lo specchio in caduta. I titani, approfittando del turbamento, sbranano Dioniso, che, privato del compimento del rituale d’iniziazione, non s’identifica nelle aspettative del principio di realtà. Zeus punitore incenerisce i titani e dalle ceneri nasce l’uomo, che così serba una inconscia costitutiva sintesi di titanica animalità e di essenza divina. Proprio e costitutivo dell’uomo è uno specchio in frantumi, ma ogni frammento segnico conserva il rimando all’oggetto impossibile della visione originaria: è questo il primo istante di nascita del logos. Il frammento è una domanda aperta, senza una risposta definitiva.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti