Critica in semiotica estetica dell’Opera “3D n.2” di Maria Giacoma Vancheri
Di denuncia della condizione sociale della donna, l’espressione sinestesica della Vancheri solleva il vissuto di brevità, di omologazione e di consunzione del corpo femminile, su cui si proietta il piacere dell’uomo che misconosce la sublimazione del desiderio. Allora, le sagome bianche si fanno cera di candela, nella liquefazione modulata delle forme, deprivate della fiamma del proprio pensiero, la cui ardenza soggiace sepolta e inespressa, che attende il valore sottratto, seppure inalienabile, del riconoscimento.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti