Critica in semiotica estetica dell’Opera “Pranzo di matrimonio” di Maria Luisa Caputo
È una sinestesia musicale la tavola nuziale della Caputo, ove i colori si mescono alla poesia indistinta delle forme, dei panici umori stessi della luce, a legare insieme le cose sul filo melodico del connubio sapido dei movimenti. Così l’imbandito banchetto diviene l’altare di un’aurea libagione di miele, l’offerta sacrificale per la vita eterna del legame d’amore, per la sua sublimazione sapienziale.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti