Critica in semiotica estetica dell’Opera “Il giullare” di Cesare Pinotti
L’opera ctonia del Pinotti invita la sovranità della coscienza ad una ciclica rinascita di sapere, che attinga al sostrato plurale, irriflesso e giullaresco dell’identità, al rovescio inconscio, che piega i merli ai sonagli. È il transito della riflessione seconda della cultura alla verità della natura, attraverso l’uso apotropaico del personaggio di Arlecchino. La potenza ironica abbatte le ipertrofie della coscienza, è rituale sacrificale, che dalla latenza iemale assurge il luogo della nuova primavera di vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti