Critica in semiotica estetica dell’Opera “La pescatrice di sogni” di Gigliola Marinangeli
Gli oli ignei della Marinangeli sono il rituale di rinascita della coscienza dalle profondità dell’inconscio, non senza il sacrificio di morte della forma, quale sanguigno filo d’Arianna del descensus ad inferos, che riconduce sulla strada del ritorno alla luce. Il sostrato emotivo diviene modulazione tonica del movimento, per una nuova rappresentazione embrionale di conoscenza. L’artista cerca la sospensione apotropaica nella visione dedalica della propria alterità.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti