Critica in semiotica estetica dell’Opera “Cavalli” di Giuliana Capizzi
La scultura bronzea della Capizzi accentra la mandria equina, fra turgore plastico ed aperta continuità materica, come la moltitudine delle inconsce pulsioni interiori di forza e di libertà, come il luogo irriflesso e precategoriale di continuità della vita che insorge. Messi divini, valore di verità, i cavalli neri sono i segreti anonimi e plurimi che soggiacciono, che portano la morte della definizione della coscienza e la metamorfosi dell’identità e della visione delle cose.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti