Critica in semiotica estetica dell’Opera “Vizi” di Carmine Antonio Carvelli

L’omaggio al vizio del Carvelli è rottura della regola convenzionale della coscienza per l’apertura al vitium della vite, come ciò che secondo radice etimologica devia dalla retta consuetudine a vedere, per l’abbandono all’inconscio. È la reintegrazione alla potenza ironica che infrange i ruoli e le ipertrofie identitarie, per la dimensione plurale, ctonia e istintuale, oltre il principio individuationis nell’alterità possibile. Il rito che inizia al sapere è la vita diretta e irriflessa dell’estasi dell’indistinzione, matrice vitale di rinascita dell’essere, per trasformazione dell’eros in filosofia.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti