L’occhio verde dei prati
L’occhio verde dei prati, risvegliato,
fa nido bevendo la nuda
chiarità del mattino
come le vite care appese alle finestre
del loro infinito mancare,
come il biondosole, amore riverso
tra le scapole azzurre rotte
da assenze, commiati, afasie.
Ringraziare ogni risveglio che sia
sassopietra o nuvolafiore,
nell’attimo essere immensamente
grati – ai prati, al mondo, fosse
pure ai respiri affannati –
prima che il verde esca dagli occhi
come le vite care divenute
allo sguardo pura nostalgia.
Donatella Nardin
Critica in semiotica estetica della Poesia “L’occhio verde dei prati” di Donatella Nardin
Celebrante la rêverie di rinascita, la parola della Nardin incede fra la gratitudine rivolta all’istante di meraviglia e la nostalgia del perduto. Il risveglio è l’attimo dell’immaginazione creatrice fra il sonno e la veglia, fra l’inconscio e la coscienza, che rinasce alla continuità dell’uomo al mondo. Lo sguardo del mondo è il luogo originario, il grembo segreto universale che rifonde gli opposti al sentimento franco di un mundus imaginalis, in chiasmo fra senziente e sentito.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti