Quella sera

Quella sera nel viale
che l’autunno
aveva reso di foglie
sul selciato,
quella sera
dai lumi offuscati dalla nebbia
quella sera
c’era una pioggia sottile
che picchiettava
e non bagnava.
Quella sera
era un vociare muto
di pioggia e foglie secche,
un respirare vicino
al mio respiro,
una preghiera silente
che ovunque c’è
e raramente si sente.
Il caldo della vita
nella vita universale.
Sconosciuti
gli uni agli altri.
L’esistenza,
piccola come qualcosa
che si può tenere in pugno.
Tutti noi
inconsapevoli
di questa vicinanza.

Giuliana Capizzi


Critica in semiotica estetica della Poesia “Quella sera” di Giuliana Capizzi

Dondolante, la parola delicata della Capizzi culla il respiro unanime del silenzio. La caducità del tempo allora si libera in un sentimento universale ed eternante. In autunno l’apparenza si nuda: la rappresentazione avvicina alla verità. L’autunno è letteralmente ricco di vicinanza dell’uomo all’uomo e al grembo naturale. La poetessa supera la materia e la coscienza, per il soffio animistico della pienezza essente.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti