Ricordi mamma…

Mancavano solo venti scalini
per giungere a casa…
ciabattavano ancora le tue ore d’attesa
sul quadrante dell’orologio sul muro.

Mi aspettava il nido vuoto
delle tue mani nel grembo
che si faceva volo di braccia
ad accogliere i miei tanti ritorni.
Poi, un lieve sospiro arrivava dal “sempre”
trattenuto nei gesti consueti…

Nella semplice cena imbandita sul tavolo
c’erano gli occhi buoni di due uova in padella,
c’era la gioia delle cose da dirsi,
…c’erano tanti pensieri taciuti.
A tratti il silenzio ti tremava
nella gola annodata
come una preghiera ostinata
che cercava ancora la voce…
ma dove troppe volte è passato il dolore
rimane solo un callo dolente
che impara a tacere.

Ora che salgo quegli altri scalini
trovo solo una foto sul marmo,
rose rosse di plastica cotte di sole
e il silenzio senza uscita di una “Bolla di neve”.

Allora rimango lì in piedi
di fronte a quel tempo scaduto
in un assolo per ricordi appuntiti
e un saluto che tace
nella quiete del porto.

Prima di tornare sui miei soliti passi
mi sembrerà di ascoltare una voce lontana
chiamerà ancora il mio nome…
ma quel nido vuoto non ha più le ali
per spiegare il suo volo di braccia.

Valerio Di Paolo


Critica in semiotica estetica della Poesia “Ricordi mamma…” di Valerio Di Paolo

Fra la semplice consuetudine e l’elezione sublimante è la parola del Di Paolo, profondamente a cogliere il valore angelico della quotidianità di una madre. Le ali femminili dell’accoglienza volano presto a casa, nel luogo delle cose sempiterne, eppure la dimora effimera e transeunte mai abbandonerà l’appello materno dell’attesa, puranche nell’assenza e oltre la stessa.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti