Con le mani giunte
Sul bagnasciuga dei miei anni
s’ode il ruggente respiro dell’odorosa schiuma
e l’eco ingarbugliata di sogni e strali.
E io cammino su quella eterea sabbia
con i piedi nudi e le mani giunte
cercando un segno del tuo ritorno,
tu, che partisti un giorno senza rimpianti
e che abbracciasti il mare
come s’abbraccia un figlio
quando è tardi e si va a dormire.
Vorrei fosse un lampo a riportarti indietro
e non m’importa sotto quale forma,
la materia muta e il tempo vola
forse sarai fiore o semplicemente grano
ma io accarezzerò il tuo stelo
e dolce lo poggerò
sul mio bianco seno.
(From Mary Shelley to P.B. Shelley)
Luciano Giovannini
Critica in semiotica estetica della Poesia “Con le mani giunte” di Luciano Giovannini
Celebrante, la parola del Giovannini omaggia un amore che supera la dimensione individuale e contingente, per l’abbraccio elementare e cosmico di una panica e romantica malinconia. Il vissuto diviene universale, compreso e abbracciato dalla natura, per sublimazione. Oltre la forma e il tempo, il rituale eternante della rêverie d’amore avvalora l’assenza, che si significa e radica una presentificazione nella terra feconda dei sensi.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti