Ritorna
Ritorna quel canto di madre ogni sera
col respiro ormai stanco, con soave preghiera
al tramonto di un giorno che prepara un’attesa
la flebile luce consuma la cera
un pianto sopito, un ricordo lontano
un caro saluto velato d’addio
no… no… madre mia! Ritorna al tuo canto
quella supplica a Dio, di guardarmi dal male
dai torbidi affanni
una vita serena, per sempre
per gli anni… a venire…
lontani dai tuoi che conobbi assai duri
con la fame ed il freddo a bussare alla porta
giovinezza mancata d’amore, d’affetti
sfuggita la vita
trovasti nei figli i tesori diletti.
La notte disperde ogni vivida luce
ogni lunga parola al silenzio conduce.
Già notte là fuori, foriera d’inganni
bisbiglio nel vento quel canto, quegli anni
un soffio la storia d’un tempo perduto
né sonno, né buio potrà mai turbare
quella veglia di madre… quel cuore d’amare.
Luigino Bernardi
Critica in semiotica estetica della Poesia “Ritorna” di Luigino Bernardi
Concentrica e dondolante è la parola del Bernardi, in eterno ritorno, a vivificare l’apotropaico incantamento materno, che culla e che salva dal timore del male, dall’orrore della morte, che affida alla dimensione altra e gemella dell’amore, del sonno. È fiamma eterna la dedizione primaria e il cuore vestale di una madre, oltre la morte, sa vegliare.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti