Il tempo di Erebo

Era il tempo di Erebo
del silenzio e dell’urlo
dell’Erinni nel buio più trafitto
del parodo in spasimo finto
della lamentela ferina
di un arto amputato
dell’imminente che bussa
-contro un muro:
gelida, sprezzante e delusa
la mischia tra luce e lutto.

Sopravviene dal largo
l’impietramento del colombario
vicende di solitudine
deserte anche di speranza
pellicole mute d’esistenza
nell’oltranza dei non colori.
Stravulsa identità vapora nel sopore
ondeggia al candore stupefatto
che piomba a raggi ritti e stanchi:
siamo i figli dell’arroganza ingiusta
del temporalesco passare a oscurità.
Sentieri appena vivi su cui figgere
lo sguardo.

Forse rivivrà quella passione di padre
dietro quel velo di ulivi
negli angoli tiepidi e santi.
Sarà il tempo della pietà
e del dolore, temprato di verità.

Luisa Di Francesco


Critica in semiotica estetica della Poesia “Il tempo di Erebo” di Luisa Di Francesco

Di dolore e di speranza, la parola della Di Francesco è monito di un tempo che non rifonde inconscio e coscienza, un tempo di morte e di rimozione, un tempo senza continuità, senza memoria. La poetessa invita alla sacertà del gesto umano rituale, che attraverso il sentimento di dolore restituisce alla ricerca della verità, al connubio degli opposti, alla costruzione del senso.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti